Protagonista di molti titoli di recenti articoli a proposito del nuovo sistema “ecologico” proposto dalla Raggi per tosare l’erba, il Parco della Caffarella rappresenta uno dei più grandi polmoni verdi della Capitale. Forse il più selvaggio luogo di Roma, il parco si estende su una superficie di circa 20 km² e sorge sulle vecchie proprietà della famiglia Caffarelli (da cui viene il nome del parco), ma soprattutto su ben più antiche testimonianze archeologiche. Infatti il parco è racchiuso, come un confine naturale, tra due degli assi viari principali della Roma antica, la Via Latina e la “Regina di tutte le Vie”, la Via Appia, due tracciati stradali di grande importanza sia dal punto di vista della comunicazione, sia dal punto di vista delle pratiche funerarie, dal momento che ospitavano moltissimi monumenti funerari anche di personaggi di alto rango. Domenica prossima vi porteremo a scoprire tutto questo, coniugando, alla magnifica atmosfera del parco, le luci del tramonto e un aperitivo in compagnia. Intanto vi mandiamo qualche piccola anticipazione.
Ma cosa andremo a vedere insieme ai nostri accompagnatori:
- Il Casale della Vaccareccia: il nostro percorso inizierà con un luogo molto bucolico e particolare. Si tratta della vecchia tenuta agricola della Famiglia Caffarelli, che si stabilì presso la valle nel 1500. Questa costruzione si trova esattamente al centro di quello che doveva essere il perimetro originario dei possedimenti della famiglia e, ingloba nella sua struttura, una torre medievale risalente al XIII-XIV secolo.
- Cenotafio di Annia Regilla/Chiesa di Sant’Urbano: si tratta di un monumento eretto in onore di una donna romana condannata ad un triste destino, uccisa durante la gravidanza da un liberto, forse proprio per volere del marito Erode Attico, uomo coltissimo che intrattenne rapporti di amicizia con gli imperatori Marco Aurelio e Adriano. La straziante storia di Appia Annia Regilla, eroizzata dopo la morte, è commemorata da un monumento, che ora risiede tra le strutture della Chiesa di Sant’Urbano, edificata in onore di Urbano VIII Barberini.
- Il ninfeo di Egeria: ancora oggi fonte d’acqua di Roma e tesoro indiscusso del parco della Caffarella, il ninfeo è una splendida fontana monumentale nata, secondo la leggenda, dalle lacrime della ninfa Egeria, che pianse la morte del re Numa Pompilio, suo amante. Quando nelle vicinanze della fonte venne edificata la villa di Erode Attico, egli monumentalizzò il ninfeo con una copertura ad abside che, in antico, doveva essere coperta da marmi colorati e decorazioni molto preziose
Tuttavia questa passeggiata archeologica non si potrebbe fare senza l’ausilio di due accompagnatori d’eccezione: Paolo Masci e Veronica Fiorini.
Iniziamo da lui, il nostro Mister President, Paolo Masci. Ha conseguito la laurea magistrale lo scorso ottobre e attualmente sta frequentando la scuola di specializzazione in archeologia a Matera. All’interno dell’associazione, oltre a coprire la carica di presidente, è il responsabile del progetto Viator con la scuola superiore Niccolò Machiavelli di Roma.
È molto simpatico, disponibile, affabile, intelligente, però fate mooolta attenzione a porgli una domanda perché altrimenti non la smette più di parlare. (Si scherza ovviamente ;))
Passiamo alla sua compagna di visita: Veronica Fiorini. Anche lei ha conseguito la laurea magistrale lo scorso maggio, attualmente sta frequentando un corso per la certificazione di lingua inglese e il percorso per la formazione degli insegnanti di scuola superiore. All’interno di Arkekairos, lei è la responsabile esterna del progetto di alternanza scuola-lavoro con il liceo Immanuel Kant di Roma, dal titolo “Guide per un giorno”.
È molto solare, frizzante, a volte smemorata (ma d’altronde chi di noi non lo è?!), buona d’animo e molto preparata.
Vi abbiamo svelato i retroscena che racchiude questo luogo magico, vi abbiamo descritto i nostri accompagnatori, ora tocca solo a voi cercare di non perdere questa esperienza. Vi ricordiamo l’evento (consigliamo scarpe comode!):
Domenica 27 Maggio, ore 17:00